Il vino adulterato nei secoli

Falso, contraffatto, impiegato persino come disinfettante dell'acqua. Vicende e vicessitudini del nettare di Bacco nel tempo

La storia delle adulterazioni segue, bene o male, la soira del vino stesso: non si può dare, insomma, l'idea di un vino snaturato e corrotto se prima non è stata depositata e tramandata una rappresentazione del suo opposto, ovvero di quello genuino, salubre e buono.

 

Nell'antichità greco-romana era invalso l'uso di bere vino, durante i simposi, miscelato in un cratere con parti di acqua in base agli effetti desiderati sui convitati. [...] In Grecia lo si mescolava con l'acqua di mare, che poteva variare in percentuale, dalla metà al doppio del vino puro.[...]

Le maggiori frodi nell'antichità [...] riguardavano in maniera particolare la mescolanza tra vini di provenienza diversa o di vecchi con quelli nuovi per riuscire a trarre il maggior vantaggio economico.

 

[...]Di pari passo la pratica delle frodi si aggiornò ed evidenziò in maniera significativa i cambiamenti culturali e sociali, le nuove potestà giuridiche e il sistema di tassazione e di imposizione fiscale che veniva applicato ai consumi.

I vini continuarono a conservarsi male e il problema principale dei tavernieri era quello di liberarsi delle scorte del vino vecchio (di tre anni o poco più) o con accrescimenti miracolosi di acqua, o tramite l'aggiunta di mosto, di erbe coloranti e con tagli di varia natura....[...]

Per leggere l'articolo su Spririto di Vino n.84 Febbraio/Marzo 2018 clicca qui