Quanto vale il business dei vini marittimi?

Sono bianchi, anche se stanno sotto il sole. Sono freschi, nonostante le alte temperature. Sono per lo più autoctoni, sebbene molto apprezzati dai turisti stranieri. E sono in crescita [...] Parliamo dei cosiddetti “vini marittimi”:

Non pochi in Italia, dove 7500 km di costa disegnano praticamente i confini di quasi tutta la Penisola.
In particolare, però, ci muoviamo dentro al perimetro dei vini Dop, il cui disciplinare prevede aree di coltivazione in comuni marittimi (escluso il Prosecco), ovvero il 31% delle 408 Dop italiane. In pratica, quasi una Dop su 3 si affaccia sul mare. La loro concentrazione si ha per lo più la costa adriatica, in otto regioni (dove la produzione marittima riguarda il 75% del totale): Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, a cui si aggiungono Liguria, Calabria e le due isole maggiori: Sicilia e Sardegna. [...]

Indubbiamente la prima leva di consumo, per i vini marittimi, è il turismo. [...] “Per dare una risposta” spiega il responsabile di Wine Monitor Denis Pantini “bisogna guardare alle esportazioni dei vini in questione. Il turista che arriva in un territorio, infatti, andrà alla scoperta della cultura enogastronomica di quel luogo, ne conoscerà i vini e sarà più propenso ad acquistarne anche nel momento in cui tornerà a casa. E questo, rappresenta un vantaggio soprattutto per le denominazioni più piccole, che altrimenti non arriverebbero sui mercati stranieri”. 

In questa prospettiva, non sembrerà quindi un caso che, i maggiori incrementi delle esportazioni italiane riguardino proprio le aree marittime. Come illustra Pantini: “tra le sette regioni italiane cresciute nell’export di oltre il 90% nell’ultimo decennio, ben quattro - Marche, Sicilia, Puglia e Abruzzo - presentano una forte incidenza di quelli che abbiamo definito vigneti marittimi”. Il risultato non cambia, se ...continua a leggere

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