L'era del cocktail

Bere un bicchiere di grappa, di rum, di cognac appartiene ad una cultura del bere più matura, posata e tradizionale.

Ma cosa succede se a gustare i distillati sono i Millennials? Parola d'ordine: COCKTAIL!

Il cocktail è costituito da un distillato base (o perchè no? da uno spumante o un vino fermo), da un componente aromatizzante (liquori di spiccata personalità) e da un componente colorante (succhi di frutta, sciroppi, o in alcuni casi anche da liquori): sono consentiti al massimo cinque ingredienti, più l'eventuale guarnizione.

Ingredienti alla mano, bisogna procedere con la miscelazione ...e qui si apre un mondo.

Ci sono diversi modi per miscelare i cocktail ma i due più diffusi sono:

  • Flair Bartending: che racchiude quel mondo fatto principalmente di acrobazie nella creazione dei cocktail al punto da rendere l’esperienza alcolica quasi uno spettacolo per il cliente, senza mai dimenticare la qualità del bere;
  • Mixology: che è uno stile più serioso e preciso; movimenti decisamente meno acrobatici ma estremamente eleganti, con un ritorno alle origini, basato sulla misurazione attenta degli ingredienti e una spiegazione del drink raffinata e affascinante.

Nonostante questi stili siano agli antipodi c'è una cosa che li accomuna: la qualità degli strumenti del mestiere!

Riassumendo, la riuscita di un buon cocktail è il risultato di tre componenti:

  • qualità delle materie prime;
  • capacità del barman;
  • qualità degli strumenti utilizzati per la sua realizzazione.

Sull'ultimo punto può essere d'aiuto la Pulltex, che grazie al suo Set Cocktail offre un set dalle linee pulite ed essenziali, in acciaio inossidabile e personalizzabile,  un'ottima idea regalo per i più appassionati.

 

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